Protezione solare: questa sconosciuta

Ormai siamo in estate inoltrata e, confrontandomi con alcune colleghe mamme, mi sono resa conto che non tutti sanno come funzionano le protezioni salari e cosa significano i numeri e codici riportati sull'etichette.
Innanziatutto bisogna tenere presente una cosa basilare: NESSUNA CREMA SCHERMA I RAGGI ULTRAVIOLETTI AL 100%! Proprio per questo motivo, in Europa, è stata vietata la dicitura schermo totale.


CHE COSA SIGNIFICA SPF?
SPF sta per Sun protection factor (fattore di protezione solare). Questo numero indica la capacità dei filtri solari di proteggere dalle radiazioni UVB, le più pericolose, perché responsabili delle ustioni cutanee. Per calcolare il fattore di protezione cutanea, vengono confrontati i tempi di arrossamento di pelli protette da creme solari e pelli non schermate.
in parole povere: se senza protezione solare vi arrossate dopo 10 minuti esposizione, con la protezione solare aumenterete questo lasso di tempo di 10, 30 o 50 volte in base al'SPF che utilizzate.

La capacità di protezione di un filtro solare non aumenta in modo lineare all'aumentare dell'SPF: in altre parole, un SPF 30 non è due volte più efficace di un SPF 15. Se usato correttamente, il primo scherma il 97% dei raggi UVB, il secondo il 93%. La maggior parte dei dermatologi raccomanda creme con un SPF di almeno 30, meglio se resistente all'acqua (proteggono fino a 40 minuti "a mollo").

Questo valore, tuttavia, non dice nulla sulla protezione contro i raggi UVA, che penetrano in profondità nell'epidermide facendole perdere elasticità e causando le rughe. Anch'essi contribuiscono al rischio di tumori cutanei. Per questo è meglio scegliere filtri solari "ad ampio spettro", tenendo presente che la protezione UVA sarà di 1/3 rispetto alla protezione UVB indicata in etichetta. Quindi se una crema ha un SPF uguale a 30, deve avere una protezione antiUVA almeno pari a 10.


Che differenza c'è tra filtro chimico e filtro fisico?
I filtri chimici (o organici) sono sostanze di sintesi che catturano l’energia delle radiazioni UV per evitare che vengano danneggiate le cellule dell’epidermide e del derma. L’energia che assorbono porta alla formazione di composti eccitati. Allo stato eccitato, questi composti liberano energia lentamente sotto forma di fluorescenza o calore tornando alla struttura iniziale e modificando la lunghezza d’onda di assorbimento, senza penetrare nella pelle. I vari filtri chimici possono agire su lunghezze d’onda diverse: alcuni assorbono solo i raggi UVA corti, altri solo gli UVB, altri ancora sia gli UVA lunghi che corti. Per questo il prodotto solare ideale (specialmente quello con un SPF alto) deve essere ad ampio spettro (cioè deve contenere un’associazione di filtri chimici UVA – lunghi e corti – e UVB) ed i filtri che contiene devono essere fotostabili (ovvero resistenti all’azione del sole, altrimenti diminuirebbe l’efficacia protettiva della crema).
Il limite dei filtri organici è rappresentato dal fatto che possono dare irritazioni e sensibilizzazioni. Ciò non deve tuttavia preoccupare in quanto l’allegato VI del regolamento cosmetico 1223/2009 stabilisce quali sono i filtri chimici autorizzati e la quantità massima da utilizzare. I prodotti solari in commercio, pur contenendo filtri chimici, possono pertanto essere considerati sicuri sia perché rispettano la legge sia perché sono associati a schermanti fisici e perciò i rischi derivanti dall’uso dei filtri organici sono ridotti.
Il filtri fisici (anche detti inorganici) hanno proprietà schermanti. Agiscono come degli specchi mediante un meccanismo di riflessione/diffusione: le radiazioni solari vengono riflesse o diffuse e quindi non assorbite dalla superficie cutanea. Sono sostanze inerti, rispetto ai filtri chimici hanno un potere allergizzante minore. Non provocano surriscaldamento della pelle anzi la proteggono efficacemente, motivo per il quale sono i più raccomandati per i bambini.

LE CREME SOLARI RIDUCONO IL RISCHIO DI TUMORE CUTANEO?
Studi scientifici dimostrano piuttosto chiaramente che i filtri solari riducono il rischio di incorrere in un carcinoma, il più comune tumore della pelle, che colpisce le parti del corpo più esposte al sole. Più difficile da dimostrare scientificamente è l'efficacia contro i melanomi, per una serie di motivi: questo secondo tipo di tumore si mostra in genere molti anni dopo il danno cutaneo; è più legato a un'esposizione solare intermittente (per esempio quella di chi abita ad alte latitudini e si espone al sole durante le vacanze); mancano studi controllati randomizzati - in cui solo a metà campione venga dato un filtro solare; e chi usa più creme solari ha in genere una carnagione chiara che è legata a un rischio maggiore: un fattore che può creare confusione nei dati.
Al di là di questa difficoltà, è ormai chiaro che le creme solari proteggono dalle scottature, e si sa che le ustioni sono tra i primi fattori di rischio per tutti i tumori cutanei.

LE CREME SOLARI STESSE SONO CANCEROGENE?
No! Esistono studi che dicono che chi usa spesso creme solari è più esposto al rischio di tumori cutanei, ma si tratta di uno di quei casi di correlazione che tanto facilmente tende tranelli. Chi usa spesso filtri solari tende più spesso ad esporsi al sole, e alle sue radiazioni dannose; le persone pallide e con i capelli chiari - le più vulnerabili a questo tipo di tumore - usano più spesso creme solari; infine, cospargersi di protezione può creare un illusorio senso di sicurezza, che porta ad esporsi nelle ore più a rischio o a tintarelle più lunghe.

I FILTRI SOLARI IMPEDISCONO L'ASSUNZIONE DI VITAMINA D?
La fonte principale di assunzione di vitamina D è la luce solare. Proteggersi dagli effetti nocivi delle radiazioni non preclude la produzione di questa importante sostanza.

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